Lo Zen nell'arte della scrittura

 

Viaggi (opera di AD)

Prefazione

     A volte sono sbalordito da come ho saputo capire, a nove anni, che ero in gabbia e riuscire a scappare.
     Com'è possibile che quel ragazzo che ero nell'ottobre del 1929 potesse, per le critiche dei suoi compagni di quarta, strappare i suoi fumetti di Buck Rogers e un mese dopo giudicare i suoi amici dei deficienti e ricominciare a collezionarli?
     Da dove venivano quel giudizio e quella forza? Che razza di processo ho sperimentato che mi portasse a dire: sto morendo. Chi mi sta uccidendo? Di cosa soffro? Qual é la cura?
     Ovviamente ero capace di rispondere a tutte le domande. Diedi un nome alla malattia: il fatto di aver strappato i fumetti. Trovai la cura: rimettermi a collezionare, non importa cosa.
     E lo feci. E fu ben fatto.
     Ma ancora. A quell'età? Quando eravamo abituati a subire una tale pressione?
     Dove ho trovato il coraggio di ribellarmi, di cambiare la mia vita, di vivere da solo?
     Non voglio sopravvalutare tutto questo, ma, porca miseria, mi piace quel ragazzino di nove anni, chi accidenti fosse. Senza di lui, non sarei arrivato a scrivere l'introduzione a questi saggi.
     Una parte della risposta, senz'altro, sta nel fatto ...

da "Lo zen nell'arte della scrittura" di Ray Bradbury

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