L'Agnese va a morire

 

Renata Viganò


Una sera di settembre l'Agnese tornando a casa dal lavatoio col mucchio di panni bagnati sulla carriola, incontrò un soldato nella cavedagna. Era un soldato giovane, piccolo e stracciato. Aveva le scarpe rotte, e si vedevano le dita dei piedi, sporche, color di fango. Guardandolo, l'Agnese si sentì stanca. Si fermò, abbassò le stanghe. La carriola era pesante.

Ma il soldato aveva gli occhi chiari e lieti, e le fece il saluto militare. Disse: - La guerra è finita. Io vado a casa. Sono tanti giorni che cammino -. L'Agnese si slegò il fazzoletto sotto il mento, ne rovesciò le punte sulla testa, si sventolò con la mano: - Fa ancora molto caldo -. Aggiunse, come se si ricordasse: - La guerra è finita. Lo so. Si sono tutti ubriacati l'altra sera, quando la radio ha dato la notizia -. Guardò il sorriso del soldato e sorrise, un sorriso rozzo e inatteso sulla sua faccia bruciata dall'aria. - Io credo che i guai peggiori siano ancora da passare, - disse improvvisamente ...

da "L'Agnese va a morire" di Renata Viganò

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