Benissimo, Jeeves

 

P. G. Wodehouse

Jeeves e il pericolo imminente

Era la mattina di quel dannato giorno in cui mi incombeva il dovere di recarmi al luogo di villeggiatura di mia zia Agata, a Woollam Chersey nella contea di Herts, per un soggiorno di tre lunghe settimane; e mentre mi mettevo a tavola per far colazione, non arrossisco a confessarlo, il mio cuore era gonfio. 
Noi Woosters siamo uomini di acciaio, ma sotto il mio aspetto intrepido si nascondeva in quel momento un autentico terrore.
- Jeeves, - dissi, - non sono del mio solito umor lieto questa mattina.
- Veramente, signore?
- Si, Jeeves. Sono ben lontano dalla mia abituale spensieratezza.
- Ne sono veramente dolente, signore.
Mi servì delle fragranti uova al prosciutto ed io vi infilai svogliatamente la forchetta.
- Io mi domando senza posa, Jeeves, per quale scopo mia zia Agata mi ha invitato.
- Non so che cosa pensare, signore.
- Non certamente perché mi sia affezionata.
- No, signore.

da "Benissimo, Jeeves" di P. G. Wodehouse

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