Più profonda e più malaugurata di tutte le giornate di quel perfido e malaugurato autunno 188... era stata quella del 15 novembre, per Napoli. Scrosci di gelida pioggia cadevano, a intervalli, dalle burrascose nuvole nere; quando cessava di piovere, si levava un vento di tempesta, a turbini; l'aria era oscura, il lastrico fangoso; per le vie centrali vi era un po' di movimento, ma le vie lontane dal centro erano deserte; un senso di oppressione dappertutto. Una casa era crollata per gl'infiltramenti della pioggia, e dall'Alta Italia giungevano minacciose notizie dei fiumi ingrossati.
Verso la Riviera di Chiaia, verso Mergellina, alle sette di sera non si vedeva più un'anima. Ogni tanto, col soffietto sollevato, passava una carrozzella al passo zoppicante del suo vecchio cavallo, e si allontanava verso la città. Semivuoti, alcuni vuoti, passavano puntualmente i trams, facendo un rumor sordo sulle rotaie bagnate e infangate; chi voleva avventurarsi, a Posillipo, in quella sera così cattiva, con quel mare così ....
da "Il delitto di via Chiatamone" di Matilde Serao
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