Fernand Léger

 

Gerard-Georges Lemaire

....
Ma per Léger l'importante è mettere in scena l'avvento dell'era della macchina. Mentre Francis Picabia dà ai suoi meccanismi un aspetto derisorio - come nei titoli giocosi e dalle intraducibili sfumature .... , Léger preferisce ornarli di tutte le attrattive. Sono affascinanti e colorati come le decorazioni dei baracconi da fiera in alcuni dipinti del 1918 come Dischi, Eliche, Composizione meccanica, Elementi meccanici. In tutte queste opere si assiste a un'estrapolazione di oggetti cui viene fatta subire una metamorfosi che li trasforma, attraverso un sistema di scomposizione formale, in meravigliose espressioni della poesia di quei tempi in cui la tecnica doveva consentire la redenzione dell'umanità. Dichiara l'artista nel 1924: "L'uomo moderno vive sempre di più in un ordine geometrico preponderante. Ogni creazione meccanica e industriale umana dipende dalle volontà geometriche". Blaise Cendras, in uno dei suoi Dix-neuf Poèmes plastiques (1919) fa l'elogio del microcosmo di Léger sottomesso a quelle stesse forze imperiose che regolano l'operato degli ingegneri: "Colore, colore e colori ... / Ecco Léger che cresce come il sole dell'epoca terziaria / E che indurisce / E che fissa / La natura morta / La crosta terrestre / Il liquido / Il nebbioso / Tutto ciò che offusca / La geometria nuvolosa / Il filo a piombo che si riassorbe / Ossificazione / Locomozione / Tutto brulica (...) / Ed ecco / La pittura diventa questa cosa enorme che si muove / La ruota / La strada / La macchina / L'anima Umana".
....
da "Léger" di Gérard-Georges Lemaire

Nessun commento:

Posta un commento