La città e le stelle

Arthur C. Clarke

      Come un gioiello scintillante, la città giaceva nel cuore del deserto. Una volta aveva conosciuto sviluppi e trasformazioni, ma ora il Tempo scorreva senza alterarla. Il giorno e la notte si avvicendavano sul deserto; nelle strade di Diaspar l'oscurità non scendeva mai. Le lunghe notti d'inverno potevano ben gelare il deserto ricoprendolo di brina, ma la città non conosceva né il freddo né il caldo. Diaspar non aveva contatti col mondo esterno; era un universo a sé.
     In passato gli uomini avevano costruito città, e alcune erano durate secoli, altre millenni, finché il Tempo non ne aveva cancellato perfino i nomi. Solo Diaspar aveva sfidato l'Eternità e si era difesa contro il logorio delle epoche e la decadenza.
     Gli oceani si erano asciugati e il deserto si era impadronito di tutto il globo. Il vento e la pioggia avevano spianato le ultime montagne, e la Terra era troppo stanca per crearne di nuove. La città restava indifferente; se anche la Terra fosse andata in briciole, Diaspar avrebbe continuato a proteggere i figli dei suoi creatori, portandoli in salvo con i loro tesori lungo la corrente del Tempo.
     Essi avevano dimenticato molte cose, ma non lo sapevano. Erano stati adattati perfettamente all'ambiente, e questo a loro. Ciò che esisteva oltre i confini della città ....

da "La città e le stelle" di Arthur C. Clarke

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