Una vita per due

 

Marie Cardinal

     Jean-françois e io eravamo sposati da più di vent'anni quando, in un'alba di giugno, siamo sbarcati in un piccolo porto vicino a Dublino. Impossibile stabilire a quell'ora del mattino che tempo ci sarebbe stato quel giorno.
     Io il tempo riesco a prevederlo solo sulla costa mediterranea del Nord Africa, dove sono nata. Laggiù il minimo dettaglio del cielo e del mare, la più lieve alterazione dei colori, l'aria, i rumori, l'ombra, gli odori, tutto mi dice come sarà la giornata. Sono nata dentro questo ritmo, questo ritmo è dentro di me ed è l'unico che riesco a sentire bene. Le radici di Jean-françois, invece, affondano nel nord della Francia, fra la polvere del carbone, in quella terra piatta la cui uniformità, satura di pioggerelline, di duro lavoro, e del sangue delle guerre, viene interrotta solo da quei bassi rilievi artificiali che sono le zolle tondeggianti, i mucchietti fangosi della coltivazione delle barbabietole. Non sa niente del mare, niente del sole, niente delle spiagge.
     Prima di conoscere Jean-françois pensavo che non si potesse risentire fisicamente della bellezza di un paesaggio che nei paesi pieni di sole. Eppure lui mi aveva parlato di questa piattezza, del grigio, dei canali, dei colori tenui, delle città di mattoni e granito. Mi aveva fatto capire che amava la sua terra, che la trovava bella e armoniosa, ....

da "Una vita per due" di Marie Cardinal

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